Marco Picchi: ʺVogliamo continuare a essere un punto di riferimento per la città. Abbiamo a cuore le basi per il futuro del Club”
Il delicato momento sanitario che ha colpito l’intera nazione ha fermato anche l’intero mondo dello sport, compresa la pallacanestro. Il nostro Amministratore Delegato Marco Picchi ha voluto rilasciare un’intervista al sito ufficiale del Club analizzando la situazione della comunità tortonese, profondamente colpita dall’emergenza Coronavirus, commentando sia la decisione tempestiva e preventiva di sospendere l’attività a partire dai primi giorni del mese di marzo e soffermandosi poi su quello che potrà essere il futuro della pallacanestro nazionale e a Tortona.
La situazione attuale a Tortona è davvero delicata. Partiamo da qui: come la si sta vivendo a livello di comunità? E quanto è importante supportare tutte le iniziative in favore della città?
ʺÈ evidentemente il periodo più brutto e difficile che la nostra comunità abbia mai vissuto dopo la guerra. Questa emergenza, in una realtà di provincia, ha un impatto ancora più “forte” perché – alla fine – la verità è che qui tutti ci conosciamo, ci salutiamo e frequentiamo gli stessi luoghi. Affrontare quotidianamente la perdita di un concittadino è strazianteʺ.
In merito all’emergenza sanitaria, il Club ha agito tempestivamente sospendendo gli allenamenti ancora prima che arrivassero le decisioni del Governo: quanto è stato importante tutelare l’aspetto umano delle singole componenti della società in questa decisione?
ʺAbbiamo onestamente vissuto male le prime settimane quando, a scuole già chiuse, era ancora possibile aprire la palestra ai nostri ragazzi. Questa ci sembrava una incongruenza evidente. Devo quindi ringraziare la Dott.ssa Pia Camagna e il Dott. Alessandro Soldini che, per primi, ci hanno messo in guardia su quello che stava accadendo. Da almeno due settimane abbiamo la reale percezione che questa stagione sportiva sia formalmente conclusa e credo, in questo senso, che la decisione del rinvio dei Giochi Olimpici di Tokyo abbia aperto gli occhi a tuttiʺ.
Il Derthona Basket si sta rivelando molto unito in questo momento difficile anche attraverso le iniziative promosse dal Club: quanto è importante coinvolgere tutte le varie componenti (tifosi, partner, atleti, ragazzi, famiglie) che animano la vita di una società, rendendole parte di una grande famiglia?
ʺRiteniamo di essere un punto di riferimento non solo sportivo ma anche sociale e umano per Tortona. Lo siamo da 65 anni e vorremmo continuare ad esserlo, in particolar modo in un momento in cui paura e incertezza sono sentimenti che regnano in tutta la popolazione. Mi piacerebbe dire che il Derthona Basket c’è e ci sarà sempre e non vede l’ora di tornare ad accogliere prima di tutto i suoi bambini che hanno solo voglia di divertirsi. Ci piacerebbe studiare un piano che possa rimettere in contatto tra loro tutte le nostre aziende partner che, inevitabilmente, dovranno confrontarsi con la sfida di riprendere un cammino: pertanto vorremmo essere ancora un veicolo anche per tutti loroʺ.
Nelle tue interviste hai spesso parlato con grande orgoglio della crescita continua e costante del numero di partner del club. In questo momento, quali iniziative sono allo studio o in atto per coinvolgerli e cosa ti senti di dire loro anche in vista del prossimo futuro?
ʺMi piacerebbe fare incontrare tutti i nostri partner e chiedere a loro di rimanere con noi. Avranno di fronte una società perfettamente consapevole dello sconvolgimento che ha colpito l’intera economia mondiale; non abbiamo intenzione di dimenticarci delle aziende che in questi anni ci hanno sostenuto permettendoci di crescereʺ.
Come ti immagini il futuro della pallacanestro nazionale e, in questo, dove e come pensi si possa collocare il Derthona Basket?
ʺLa pallacanestro per come la abbiamo conosciuta negli ultimi 10-15 anni non esiste più. Prima ce ne rendiamo conto e prima riusciremo a riscrivere le regole e a salvare il movimento che tutti amiamo. Quando leggo proposte per il futuro con riduzione dei costi su una base del 15-20% mi chiedo se ci sia una reale percezione del cambiamento in corso. Le società dovranno ridurre i budget almeno del 40% per sopravvivere, anche perché si uscirà da una stagione che inevitabilmente lascerà strascichi sui bilanci. Faccio un appello a tutte le società di A2: parliamoci e facciamo proposte condivise. Salary cap, salario minimo, riduzione delle commissioni degli agenti, abbattimento dei costi fissi federali, incentivi agli sponsor che vorranno ancora investire. Ci sono tantissimi temi, scriviamo il libro bianco della pallacanestro dilettantistica mettendo le società al centroʺ.
E, legata alla domanda precedente, come verrà impostata la programmazione del Club nella prossima stagione?
ʺAbbiamo iniziato a fare valutazioni sul futuro prossimo. Il confronto con il Dottor Beniamino Gavio è quotidiano e le scelte sono sempre condivise. Vorrei che fosse finalmente la stagione in cui il progetto della Cittadella dello Sport prenderà forma, perché solo iniziative private di questo tipo potranno rilanciare il mondo dello sport e del sociale in tutti i suoi ambiti. Sarà un anno zero, avremo un budget decisamente inferiore al passato ma, al momento, più degli obiettivi sportivi abbiamo a cuore la messa in sicurezza e le basi per il futuro del Club. Vorremo sicuramente mantenere un impegno importante da destinare allo sviluppo del settore giovanile; credo che le proporzioni di investimento tra prima squadra e settore giovanile cambieranno, in favore di quest’ultimo. Tortona tornerà a vedere pallacanestro, questo mi sento di garantirloʺ.
Chiudiamo con una domanda sulla prima squadra: come e da chi vorrebbe ripartire il Club nel prossimo futuro?
ʺMi piacerebbe che il nucleo portante dei giocatori e dello staff rimanesse con noi. Sono stati scelti prima di tutto perché sono persone che meritano, lo hanno dimostrato nel corso dell’anno e a loro tendo la mano. Sanno perfettamente che il mio cellulare è sempre a portata di mano. Se vorranno parlare di un futuro in bianconero e lo faranno con senso di responsabilità, troveranno le porte spalancateʺ.